“Il personale è politico.”
“Mondializzare la nostra mente vuol dire innanzitutto decolonizzarci dal nostro passato di coloni del mondo, così come per gli ex-colonizzati consiste nel decolonizzarsi da noi.”
Per quanto mi riguarda potrei fermarmi qua, penso che abbiate letto tutto ciò che avete bisogno di sapere riguardo a questo progetto. Detto fra noi, non so quale sarà il futuro di Gender China, non so neanche se questo blog riuscirà a diventare quel corpo vivo, caldo, pulsante in cui scorrono passione, studio, collaborazione e femminismo che mi sono prefissata.
Mi sono chiesta più volte come sarebbe stato dare il via a tutto ciò. Avrei dovuto proporvi subito una tematica interessante, magari qualche informazione poco nota e che faccia da miele per le api?
Molto probabilmente sì.
Possiamo quindi affermare, senza vergogna, che sto dando il via all’inizio più fallimentare di sempre.
Poi ho pensato – come avrete dedotto, penso molto velocemente – che è sempre più difficile partire dall’inizio. Intendo proprio la genesi delle cose: decostruire per poi (ri)ereggere. Per questo motivo, mi sono detta che fosse il caso di mettersi un po’ a nudo, di darvi un reale motivo per pensare che questo spazio è anche lo spazio di chi lo sente proprio, di chi ne condivide i principi.
Il mio percorso nel femminismo ha avuto un inizio travagliato. Ho avuto bisogno del tempo per definirmi una femminista e oggi posso dire che sono contenta di aver avuto determinati dubbi.
Spesso, dubitare e criticare possono rivelarsi due azioni salvifiche.
Senza lasciare da parte il mio lato critico e polemico, ho cominciato a studiare e a raccogliere strumenti di analisi che sono per me sempre più preziosi mentre, piano piano, mi pongo l’obiettivo di acquisirne di nuovi.
Ho studiato lingua e cultura cinese all’università, approfondendo il mio interesse per la letteratura cinese moderna e contemporanea. In seguito al completamento dei miei studi, avvenuto a luglio 2020, ho deciso di iscrivermi a un corso di Gender Studies. È stata una scelta mossa dal voler darmi un metodo, dal voler approfondire gli studi di genere con l’aiuto di chi ne sa sicuramente qualcosa in più di me. Avrei potuto farlo anche tramite altri mezzi, sia chiaro. Tuttavia, la situazione che stiamo vivendo in questo periodo mi ha costretta a casa, inoccupata e un po’ triste: seguire un corso avrebbe dato un ritmo alle mie settimane monotone. Ho terminato il corso, soddisfatta e con la sensazione di saperne di più, ma consapevole di avere ancora molto da imparare.
Il personale è politico, dicevamo, e io ci credo fermamente da sempre.
Rivedere il mio agire in un’ottica femminista ha incluso inevitabilmente anche i miei obiettivi e le mie aspirazioni future. Sono così arrivata alla conclusione che sarebbe stato bello poter frequentare un corso simile a quello che avevo appena concluso, ma che proponesse una prospettiva più ampia. Non è frequente trovare in Italia, all’interno degli istituti di istruzione superiore, percorsi formativi che si presentino come corsi di studi di genere. Si tratta di un ambito in crescita, che sta piano piano trovando spazio nelle università e nelle associazioni, e quel poco che si trova difficilmente propone programmi che si discostano da quelli che sono per antonomasia i due centri del mondo. Europa e Stati Uniti sono di certo due ottimi punti di partenza, ma poi? Possiamo davvero escludere dagli studi di genere il resto del globo? Spero che per tutt* noi la risposta sia no.
Decolonizziamo la nostra mente e la nostra istruzione. Decolonizziamo anche il modo in cui vengono approcciati i Gender Studies. Io parto dalla Cina, ho deciso di iniziare da qui.
Vi dico che Gender China è nato così, in modo semplice e spontaneo, e vi prego di credermi.
Non c’è trucco, non c’è inganno.
Cosa è dunque Gender China?
Gender China non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza. Un progetto orizzontale di studio, di condivisione e di informazione inerente le questioni e le problematiche di genere in Cina. Un punto di riferimento, nel suo piccolo, per: chi si interessa di gender studies e vuole sapere di più sulla Cina; chi si interessa di Cina e vuole sapere di più sulle questioni di genere; chi si interessa del mondo e vuole sapere di più sulle questioni di genere in Cina.
Gender China ha dei valori fondanti, ed è importante che questo sia chiaro. Questo progetto si basa innanzitutto sulla condivisione, spontanea e non strumentalizzata. Con ogni singolo contenuto si vuole comunicare l’amore per lo studio, la ricerca e la libera circolazione dei saperi. Nonostante io mi sia presa l’onere e l’onore di darvi il benvenuto e di illustrarvi un po’ il progetto, è importante che voi sappiate che i contributi di Gender China nascono anche dalla partecipazione di altre persone che hanno creduto in questa scommessa.
Ho sempre sperato che qualcuno puntasse su di me e sulle mie capacità, che mi donasse uno spazio per scrivere delle tematiche che mi stanno a cuore. Col tempo, però, ho capito che non è facile ricevere questa opportunità: ho quindi deciso di dare vita ad una piattaforma aperta a chiunque senta la necessità di condividere i propri studi, ricerche e analisi inerenti gli studi di genere e la Cina. Tutt* sono i benvenuti: non importano i certificati, qui si punta sulla competenza e sulla passione per la divulgazione.
Gender China è uno spazio femminista, anticolonialista, antirazzista, anticlassista.
In questo sito trovate una sezione bibliografica, divisa per macro-argomenti, che vorrei diventasse per voi uno strumento utile e prezioso. Poi trovate questo blog, in cui spero si intersecheranno voci diverse per parlare di argomenti altrettanto diversi. Gli articoli saranno in italiano o in inglese.
Nel futuro, spero di poter implementare questo sito web aggiungendo molto altro, come ad esempio una sezione dedicata alle illustrazioni e all’arte.
Ho voluto scrivere questa introduzione in italiano, la mia lingua madre nonché la lingua del mio pensiero. Il motivo è semplice: volevo presentarvi quella che per me è una delle cose più belle e importanti che abbia mai pensato di fare.
Grazie a chi ha già dato il proprio contributo e a chi lo darà in futuro.
Grazie a chi, nel suo piccolo, dona il proprio supporto.
Grazie a chi ci leggerà con piacere e ci vorrà bene.
Benvenuti su Gender China, a tutt* voi.
NOTE:
[1] Gnisci, Armando, Sinopoli, Franca, Moll, Nora, Le letteratura del mondo nel XXI secolo, Milano, Bruno Mondadori, 2010
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