di Patrizia Piscitelli
Pechino, maggio 2020. Si Zifu斯泽夫, funzionario di alto profilo della Conferenza politica consultiva del popolo cinese e presidente del consiglio di amministrazione della Harbin Electronic Corporation, porta sul tavolo di discussione la sua preoccupazione verso l’ammorbidimento del genere maschile, una tendenza che potrebbe minare lo sviluppo della Cina.
«Prevenire la femminilizzazione dei giovani uomini»: è questa la proposta al centro del dibattito. I ragazzi sono troppo deboli, timidi, privi di iniziative. Femminili. »
La risposta del Ministero dell’Istruzione (MOE) non tarda ad arrivare. Nella lettera [i] il ministero elenca i quattro punti chiave per ovviare alla crisi di mascolinità: potenziare il numero di insegnanti di educazione fisica negli istituti di ogni ordine e grado reclutando, se necessario, atleti in pensione e volontari per migliorarne la qualità; rafforzare il programma didattico sportivo e attribuire maggior peso in punteggi agli esami; promuovere l’educazione alla salute, fisica e mentale, nelle scuole per il benessere della nazione e del popolo; incrementare gli studi di ricerca interdisciplinare sulla salute mentale dei giovani, indagando i modelli culturali e sociali.
La notizia del rilancio del vigore maschile, riportata a rimbalzo sui maggiori quotidiani internazionali e nazionali a inizio febbraio, desta parecchio scalpore.
«你配当个男人吗? 没长鸡巴吧你»
«Tu degno di essere considerato uomo? Ma se non hai le palle!»
Queste parole sono prese da “I monologhi del pene” (in cinese男人独白nánrén dúbái), pièce teatrale del 2018 scritta dal sessuologo cinese Fang Gang, ispiratosi ai famosi “Monologhi della vagina” di Eve Ensler. L’idea nasce dalla volontà di promuovere la parità tra uomo e donna partendo da una domanda: «chi è il vero uomo?».
Facciamo un passo indietro.
Nella Cina tradizionale, l’uomo ideale è “bravo con la penna e con la spada” (文武双全wén wǔ shuāng quán) [ii], è colui che possiede abilità letterarie (文wén) e forza militare (武wǔ); in tempi di pace prevale il wen, in guerra il wu.
Non c’è da stupirsi quindi se nei manuali universitari ci si imbatte sia in uomini “preziosi come la giada e delicati come fiori” (i cosiddetti “quattro grandi uomini di bell’aspetto”, in cinese四大美男sì dà měi nán) che in grandi generali militari, come Guan Yu del classico i “Tre regni”.
Questo modello dualistico dell’uomo cinese inizia a perdere terreno agli inizi del Novecento; il culmine si raggiunge durante il lungo governo di Mao. La virilità dell’uomo cinese riacquista prestigio non solo in Cina (ricordo che con Mao le donne erano rivoluzionarie al pari degli uomini [1]) ma soprattutto agli occhi dell’Occidente. La Cina non può più permettersi il soprannome di “Uomo debole d’Asia”, reminiscenza del predominio straniero. La mascolinità diventa sinonimo dello spirito e della forza nazionale.
Con Deng Xiaoping il modello “business man” all’occidentale soppianta quello del “lavoratore maoista”; una nuova idea di uomo fa il suo ingresso in Cina.
Arriviamo al 2014. Sulla scia del successo coreano, spopolano i little fresh meats (小鲜肉xiǎo xiān ròu), i bei visetti freschi e teneri dello show business come Kris Wu (foto). È una mascolinità più fluida, che piace.
Con la crescita del live-streaming nell’e-commerce cinese, grazie alla popolarità del “re del rossetto” Li Jiaqi, questa nuova immagine è inarrestabile.
Ciò fa storcere il naso a parecchi.
“Effemminati”, “senza polso”, “deboli”. Sono tra gli aggettivi più usati per descrivere i nuovi giovani cinesi.
Poco importa se ad esserlo sei solo tu. «È strano», diranno. Ma se ad esserlo sono più uomini e diventa un trend, è un problema. Una crisi della mascolinità. «Troppe femminucce nella nostra società», dice una madre alla rivista Sixth Tone nel 2016. [iii]
Ecco che l’educazione alla salute e l’attività fisica entrano in gioco.
Qualità, metodi efficaci, spirito morale, costituzione forte, salute, educazione. Parole chiave precise che non vengono lasciate al caso. Il potenziamento però non nasce ora come diretta conseguenza dell’accorato appello di Si Zifu. Questo è solo l’ultimo monito.
Lo sport e l’educazione fisica sono un perno dell’istruzione cinese. Dal 1985 ogni cinque anni il MOE pubblica report sull’andamento delle prestazioni di educazione fisica nelle scuole che fino al 2005 registrano un peggioramento, poi ripresosi, come documentato [iv] nel 2014. Molte scuole, insegnanti e genitori accusano una mancanza di interesse dei giovani verso lo sport individuale o di contatto a favore dei videogiochi, rei insieme alla masturbazione e alle bibite gassate di essere due delle principali cause del “rammollimento” dei ragazzi. A settembre 2020, pochi mesi prima della lettera, un comunicato congiunto [v] del MOE e dell’Amministrazione Generale per lo Sport incoraggia le scuole a proporre più sport di squadra, incentivando l’accesso di insegnanti e coach qualificati, annunciando un aumento del punteggio di educazione fisica agli esami scolastici- notizia che fece correre i genitori, disperati, alla ricerca di corsi sportivi extracurricolari.
Da tempo le autorità cinesi si preoccupano del profilarsi della crisi della mascolinità (男孩危机nánhái wēijī) secondo cui i bambini e i giovani adulti sono sovraperformati e oscurati dalle compagne di classe, soprattutto nei risultati scolastici [vi], a cui si accompagna una perdita del comportamento tipicamente maschile (男性气质nánxìng qìzhì) che li vuole forti, con spirito d’iniziativa e capaci di assumersi le responsabilità. “Sono docili come le pecore” e “hanno i muscoli deboli”, si legge nel 2015. [vii]
Tentativi di ripristino della mascolinità erano già stati fatti nel 2016, con l’inserimento in alcune scuole di programmi ad hoc e l’adozione per le quarte e le quinte elementari nella città di Shanghai del libro “Piccolo Uomo” (小小男子汉xiǎo xiǎo nán zǐ hàn). Centoquattordici pagine colorate divise in sei capitoli in cui si aiutano i maschietti a ritrovare sé stessi. L’equivalente femminile uscì nel 2017 con il titolo “Bambine come fiori” (花样女孩huāyàng nǚhái).
I libri, nati con lo scopo di educare i bambini alla sessualità, tema tabù e fonte di confusione anche tra i giovani adulti, suscitano non poche polemiche: per i genitori i contenuti sono troppo diretti; per attivisti e accademici zeppi di stereotipi.
Se dai bambini ci si aspetta uno spirito d’iniziativa verso l’esterno (外wài) della società e non l’interno (内nèi) delle case attribuito tradizionalmente alle donne, alle bambine si insegna a essere timide, riservate, in attesa della “metà complementare”.
Coltivare la fermezza virile: è questo il fulcro del potenziamento. L’essere uomini nello spirito, nelle azioni e nelle parole.
Ma che significa essere uomini?
Forti, che ragionano di petto, energici. Gli eroi militari contrapposti ai little fresh meats, finiti più volte nel mirino della censura. Il più recente, il pixellaggio degli orecchini in alcune foto nel 2019. [viii]
Molti puntano il dito contro la politica del figlio unico: i bambini e i giovani adulti sono viziati dal nido (si parla spesso di “sindrome del piccolo imperatore”) e senza modelli di riferimento, come sostiene Si Zifu. Troppe nonne e madri e pochi padri coinvolti nell’educazione dei figli.
E troppe insegnanti donne. In un articolo [ix] del 2020, l’agenzia Xinhua indaga sulla mancanza di corpo docente maschile nelle scuole, poco allettato dagli stipendi magri e possibilità di carriera. Da qui l’erogazione di borse di studio e di incentivi per spingere gli uomini verso la professione dell’insegnante.
Il dibattito è ancora acceso. C’è chi sostiene la proposta: «È difficile immaginare che ragazzi così effemminati possano difendere il loro paese quando si profila un’invasione esterna», scrive un utente su Weibo. E chi urla al sessismo, allo stereotipo e al bullismo. Sebbene non ci siano differenze nel piano, l’espressione “femminilizzazione dei giovani maschi” porta già con sé «preconcetti di genere, identità e orientamento sessuale» sottolinea Liu Wenli [x], professoressa della Beijing Normal University, che se protratti nel tempo potrebbero sfociare in un’ulteriore disparità di genere (uomini forti/donne deboli) e in atti di bullismo verso coloro che sono diversi dalla conformità sociale.
«A molti omosessuali piace la palestra e sono muscolosi. Non vedo come le palestre possano cambiare la loro sessualità», commenta il professore Lü Jidong a Sixth Tone. [xi]
NOTE: [1] Durante la Rivoluzione culturale (1966-76) si parla di “processo di mascolinizzazione del femminile” che impone alle donne di comportarsi e vestirsi come gli uomini.
FONTI: [i] “Risposta alla proposta n. 4404 (Istruzione n. 410) della terza sessione del Tredicesimo Comitato nazionale della Conferenza consultiva politica del popolo cinese”, dicembre 2020. URL: http://www.moe.gov.cn/jyb_xxgk/xxgk_jyta/jyta_jiaoshisi/202101/t20210128_511584.html
[ii] Louie Kam, Theorizing Chinese Masculinity: Society and Gender in China, Cambridge University Press, 2002.
[iii] Levine Jessica, “Teaching Boys to be boys”, Sixth Tone, dicembre 2016. URL: http://www.sixthtone.com/news/1688/teaching-boys-to-be-boys
[iv] “Documento riassuntivo sulle riforme e sull’andamento dell’educazione fisica nelle scuole”, luglio 2014. URL: http://www.moe.gov.cn/jyb_xwfb/xw_fbh/moe_2069/s7861/s8218/s8219/201407/t20140728_172387.html
[v] “Sulla promozione della salute nei giovani”, settembre 2020. URL: http://www.sport.gov.cn/n10503/c963639/content.html [vi] “Al gaokao le donne superano gli uomini: le riforme devono riflettere sulle differenze di genere”, The Paper, maggio 2016. URL:https://www.thepaper.cn/newsDetail_forward_1467856 [vii] Wu Heqin, “Non ci sono uomini veri. Come salvare i ragazzi?”, China News, ottobre 2015. URL: http://www.chinanews.com/hb/2015/10-13/7567003.shtml [viii] https://twitter.com/dramapotatoe/status/1090773264744439808 [ix] “Perché è difficile reclutare insegnanti uomini nelle scuole? Inchiesta sullo squilibrio tra insegnanti donne e uomini in alcune scuole locali”, agenzia Xinhua, settembre 2020. URL: http://www.sc.xinhuanet.com/content/2020-09/15/c_1126494579.htm [x] May Tiffany, “A ‘Masculinity Crisis’? China Says the Boys Are Not All Right”, New York Times, febbraio 2021. URL: https://www.nytimes.com/2021/02/05/world/asia/china-masculinity-schoolboys.html
[xi] Du Xinyu, Chen Qi’An, “China Wants to Mitigate Male ‘Feminization’ With More Gym Class”, Sixth Tone, gennaio 2021. URL: https://www.sixthtone.com/news/1006779/china-wants-to-mitigate-male-feminization-with-more-gym-class
CHI SONO:
Mi chiamo Patrizia e amo la Cina da quando sono piccola. Nel 2017 volo a Pechino per trascorrere l’anno più bello della mia vita. Nel 2020 ho conseguito il doppio titolo in Lingue e civiltà dell’Asia (Ca’ Foscari) e in TCSOL (Capital Normal University). Nel tempo libero scrivo, suono, canticchio qualche strofa e leggo molto. Qualsiasi cosa- a parte i romanzi rosa.
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